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“MOSTRA PERSONALE DI SCULTURA E RAMI SBALZATI”
Catalogo delle opere
"La Bibliotechina, Rassegna di cultura e vita scolastica"
di MARIO PEPE
Roma 1967
Non è difficile individuare le diverse componenti culturali presenti nell’opera scultorea di Pietro Giambelluca, le sue preferenze, i modelli ai quali con più viva attenzione egli ha guardato: innanzitutto la scultura di Marino Marini; poi i modi di Fazzini e ancor più quelli di Emilio Greco; si aggiungano certe meditazioni sulla ritrattistica etrusco-
Qualcosa, piuttosto, potrà dirci l’origine siciliana dell’artista, con l’attenzione viva che egli, pur lontano dalla sua terra, ha sempre conservato per i costumi e le tradizioni locali, per le feste religiose, solenni e cariche di mistero: sì che la contraddittorietà di riferimenti, cui si accennava, può anche spiegarsi con la varietà delle stratificazioni culturali reperibili ed operanti nella civiltà siciliana. Ma a meglio intendere l’arte di Giambelluca, occorrerà precisare che egli ha una natura portata istintivamente, direi forzata, ad esprimersi mediante la forma plasmata, al di là di ogni riferimento culturale o ambientale; e l’oscillare degli umori tra un meditativo ripiegarsi entro se stesso e un bisogno di comunicare, in appassionato rapporto con la realtà circostante, ha poi contribuito a generare nella sua produzione una varietà di modi e di temi.
Così in una serie di terracotte e di bronzi, con motivi di animali e con il tema della “maternità”, si rivela una essenzialità arcaicizzante della forma, che talvolta nelle “Maternità” -
E proprio queste ultime opere bene ci dichiarano la natura schietta, partecipe, profondamente umana di Pietro Giambelluca, sempre impegnato, senza cedimenti, all’affermazione di una personalissima visione della realtà.
MARIO PEPE