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PLASTILINA CERA E BRONZO
Pietro Giambelluca curava personalmente la preparazione della forma in gesso e della cera delle sue sculture.
Presso tutte le fonderie alle quali conferiva mandato per la fusione in bronzo delle opere, lo scultore trascorreva giornate intere a raffinare e cesellare le forme e le cere. Così nella famosa fonderia artistica "Fratelli Nicci" in Roma (che ha fuso le opere dello scultore dalla metà degli anni sessanta fino ai primi anni ottanta), era in perfetta sintonia, e si intendeva con un semplice sguardo per l'esecuzione di ogni e qualsiasi rifinitura col noto ceraiuolo Otello (un artigiano Trasteverino di cui il Maestro diceva: "Meglio di lui nessuno").
La cera, utilizzata dallo scultore, era rossa o nera perchè sciolta col nero fumo. Il quantitativo di cera vergine -
Dopo la chiusura della Fonderia Nicci, intorno al 1985, lo scultore si è rivolto per le sue fusioni ad altre tra cui la fonderia artistica Anselmi in Roma.
La maggiore preoccupazione dello scultore era sempre la ricerca di un buon artigiano della cera poichè il Maestro sosteneva: "La cera è l'anima del bronzo! Se la sbagli la fusione non riesce e hai voglia di tappare buchi! Solo un buon operaio del metallo ti potrà salvare!".
In effetti, il metallaro (l'artigiano che lavora e rifinisce la fusione così come uscita dalla cottura) è un'altra figura importante della fonderia artistica essendo il suo intervento prezioso affinchè con martello, scalpello e fiamma ossidrica copra ogni e qualsiasi sorta di vuoto che la fusione porta con sè fino al punto di confondere l'occhio clinico dell'artista.
Nelle foto sottostanti alcuni momenti relativi al ritocco del modello in plastilina, in cera ed in bronzo del Monumento alla Giustizia (2006) sito innanzi al Tribunale di Frosinone