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SCALPELLI, LIME, MARTELLI
Quante volte siamo stati in silenzio su questo terrazzo, col sole dietro i monti.
Di notte con le stelle, le luci lontane, tremolanti sparse, a volte raccolte in gruppi intorno, sui colli.
D’estate i grilli, il cuculo, i cani lontani, il treno, le voci……..
Di giorno martellavi, battevi. Il rumore assordante ti isolava.
Creavi, in quel luogo che mi attirava.
Entravo, sbirciavo, osservavo. Tu martellavi.
Cercavo di resistere a quel battere forte e di riflesso
negli occhi un lampo, un tonfo sordo nelle orecchie, nello stomaco un salto nel vuoto.
Uscivo, poi tornavo per vedere che forma prendeva quel rumore assordante che ti isolava.
Un grugnito soddisfatto, un roteare d’occhi.
Finalmente li alzavi,
allora ti accorgevi di chi c’era intorno che ti osservava.
Una voce dalla radio ti accompagnava ogni minuto della giornata.
Un caffè ogni tanto, ma subito ti affannavi a concludere quello che ti tormentava.
Alla fine le forme, i volumi, le luci, le ombre rimanevano fissate nelle immagini che riuscivi
a modellare con le mani, le punte, le stecche, …
Scalpelli, lime, martelli, solventi, chiodi, ponesse, colle, cuoio, pellame, rame, colori, creta, cera, legno,
pietra, calamite, tele, matite, fogli di carta velina, velluti, stoppe, tubi, cavi, fili di ferro,
bulloni, viti, libri, giornali, foto…
La mia fantasia annaspava in mezzo a tutti questi arnesi e materiali.
Ogni tanto sfioravo, accarezzavo,
afferravo qualcosa
maneggiavo gli oggetti che mi attiravano pensando di farne ... mah...!
Solo tu sapevi ricavarne Figure Danzanti, Cavalli Scalpitanti, Tori Infuriati,
Santi, Madonne, Madri, Bambini, Angeli, Puttini...
Ti riconoscevo sempre, ti cercavo, per gioco, fra quelle figure.
Il tuo volto era ricorrente, e il mio?
Anche il mio, senza difetti, appariva, quello di mamma traspariva e così
Tutti, a cominciare dai nonni partecipavano standoti intorno.
Ci raccontavi, ci riadattavi in mille volti e mille pose.
Non si sentono odori, non si odono suoni, ora.
Ma prima ogni tuo gesto li diffondeva intorno:
che puzza di solfo, petrolio, benzina
che odore di cera, di ferro, di bronzo, tufo di caffè,
ovunque polvere di gesso, limatura di ferro, segatura, scarde di …di tutto!
frammenti di pellicole, bolle di sapone, pezze di lana, olio, pennelli,cordame,…
Quanto altro, ancora, posso ricordare?
Dalla tua fronte Sudore, qualche volta Sangue dalle tue ferite.
Su questo terrazzo amavi sostare
ti guardavi intorno.
Che gusto mangiare qui fuori come facevamo un tempo, ogni giorno.
Frosinone, 9 febbraio 2014 Sabrina